Con la diffusione di ChatGPT, l’intelligenza artificiale è ormai sulla bocca di tutti: dai testi alle immagini, gli output di questa nuova tecnologia ci stupiscono e aprono la porta a tante possibili applicazioni.
Oltre al dibattito sulla qualità dei contenuti e sulle implicazioni etiche derivanti dall’uso di questi tool, c’è un altro aspetto importante da considerare. Le creazioni dell’intelligenza artificiale sono coperte dal diritto d’autore? O piuttosto violano il copyright di altre opere prodotte da esseri umani? Proviamo a vederci chiaro!
Prima di addentrarci nella questione del copyright legato all’intelligenza artificiale, facciamo un piccolo passo indietro per capire come funziona l’AI (Artificial Intelligence).
Le diverse piattaforme, sia quelle per generare testi (come ChapGPT) che quelle usate per realizzare immagini (come DALL-E), si basano su algoritmi di machine learning, sistemi in grado di apprendere in modo automatico a partire da dati già esistenti.
Applicato all’AI, questo significa che per creare immagini e testi i software vengono addestrati con contenuti prodotti in precedenza da esseri umani. Per semplificare, possiamo dire che rielaborano le informazioni a loro disposizione per sviluppare contenuti nuovi.
A livello pratico, utilizzare le piattaforme AI è davvero semplice: basta un breve input testuale per ottenere il risultato desiderato. Ad esempio, se inserisci in ChatGPT “Scrivi un articolo su copyright e intelligenza artificiale” avrai un testo che parla di questo argomento (non ti preoccupare, l’articolo che stai leggendo è frutto di un’intelligenza totalmente umana!). Allo stesso modo, se su DALL-E digiti “bambino che corre in spiaggia in un giorno di sole” otterrai quello che speri (più o meno).
Ora che sai come funzionano questi software, riprendiamo la prima domanda con cui abbiamo aperto l’articolo. Le creazioni dell’intelligenza artificiale sono tutelate dal diritto d’autore? La risposta è no. O meglio non al momento e non del tutto!
Dato che questo settore è ancora agli albori ma in rapidissima evoluzione, anche le questioni normative sono in divenire e serviranno sicuramente delle leggi dedicate per regolare la materia.
Attualmente gli output dell’AI non sono soggetti al diritto d’autore. Questo perché negli Stati Uniti sono tutelate solo le opere sviluppate grazie all’apporto creativo di un essere umano. Se l’opera è stata realizzata con l’utilizzo di un software di intelligenza artificiale, viene meno questo nesso e il contributo umano è considerato praticamente irrilevante rispetto a quello della macchina.
Ma la questione è più complessa di quanto sembri, perché l’AI può essere usata dagli artisti umani solo come supporto o stimolo alla creazione di opere. Cosa succede in questi casi? Tutto sembra giocarsi sul livello di contributo umano allo sviluppo del testo, dell’immagine o dell’audio, cosa non facile da stabilire.
Sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea sembrano concordare sul fatto che le opere create da esseri umani con l’aiuto dell’AI possono rientrare nel quadro di tutela della proprietà intellettuale.
Veniamo ora al secondo problema, che si pone soprattutto quando tali creazioni sono utilizzate per fini commerciali o di marketing. Dato che i software di AI “si ispirano” (in parte) a opere umane tutelate da copyright e partono da queste per generare i loro output, lo sviluppo di contenuti automatici viola il diritto d’autore?
Anche qui la risposta non è semplice. Da un lato, gli algoritmi rielaborano i dati in modo originale e non producono una copia esatta dei lavori di partenza: si tratterebbe quindi di una nuova creazione. Negli Stati Uniti le aziende del settore AI si appellano alla dottrina del fair use, che concede l’utilizzo di materiale protetto da copyright per usi equi. D’altronde, gli esseri umani hanno sempre preso spunto dalle creazioni di artisti che li hanno preceduti: perché all’AI non dovrebbe essere concessa la stessa possibilità per essere addestrata?
La questione però è controversa. Gli artisti le cui opere sono date “in pasto” ai modelli di machine learning sostengono di non aver mai dato il consenso per questo particolare utilizzo dei loro lavori. Cosa accade inoltre se l’AI copia lo stile personale che caratterizza un designer o scrittore?
Recentemente, tre illustratrici statunitensi hanno fatto causa ad alcune grandi aziende dell’AI applicato alle immagini, che hanno usato le loro creazioni per addestrare i software senza l’autorizzazione delle artiste.
Anche per quanto riguarda la scrittura automatica dei testi, il dibattito è aperto. Se le piattaforme pescano contenuti online per sviluppare nuovi testi, come è possibile verificare la correttezza e la veridicità delle informazioni? Quali sono le fonti da cui attinge il software?
Un caso interessante da considerare in quest’ottica è quello di Shutterstock. La famosa piattaforma, che fornisce contenuti fotografici e illustrazioni, ha iniziato una collaborazione con OpenAI e LG AI Research e ha inserito una nuova sezione del sito chiamata Generate, che permette di sviluppare l’immagine desiderata con l'intelligenza artificiale.
La cosa interessante è che Shutterstock ha dichiarato che con questo sistema si realizzano immagini “sicure”, ovvero senza alcuna violazione di copyright. A tal proposito l’amministratore delegato Paul Hennessy ha dichiarato:
“I nostri strumenti sono costruiti su un approccio etico e su una biblioteca di risorse che rappresenta il mondo eterogeneo in cui viviamo, e ci assicuriamo che gli artisti le cui opere hanno contribuito allo sviluppo di questi modelli siano riconosciuti e premiati”.
Le immagini che vengono create con la funzione Generate possono essere scaricate in alta risoluzione con la licenza di utilizzo per scopi commerciali.
Arrivati alla fine di questo viaggio, è ora di tirare le somme. Di sicuro il futuro dell’intelligenza artificiale è tutto da scrivere (o disegnare)... magari per questa volta senza l’aiuto di strumenti automatici!
L’attuale situazione rende necessario un sistema di tutele normative che regoli applicazioni e limiti dell’AI, sia per chi crea contenuti utilizzando l’AI come supporto artistico, sia per chi chiede che il proprio diritto d’autore venga rispettato.
In site By site seguiamo con attenzione l’evolversi della discussione e delle tecnologie, e sperimentiamo i nuovi sistemi di creazione dei contenuti considerando tutti gli aspetti che ci sono in gioco.
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