Il linguaggio è più di un “semplice” mezzo per esprimere idee: riflette i valori di una società e, nei contesti lavorativi, è un elemento chiave che può influenzare l'ambiente di lavoro, il benessere dei dipendenti e persino la reputazione aziendale.
È sulla base di queste consapevolezze, e sulla volontà di migliorarle, che alcune persone del team di site By site hanno preso parte al laboratorio formativo "Linguaggi Inclusivi", parte del progetto INCROCI DI GENERE, promosso dall’Istituto Veneto per il Lavoro, con l'obiettivo di comprendere a fondo l'importanza di una comunicazione inclusiva.
Il laboratorio, condotto da Margot Deliperi, professionista con 18 anni di esperienza manageriale in multinazionali e agenzie di comunicazione, ha offerto al team di site By site l'opportunità di approfondire le dinamiche del linguaggio e il loro impatto sulle relazioni professionali e personali.
Il laboratorio si inserisce nel contesto del progetto P.A.R.I. (Parità, Azione, Risultati, Inclusione): un'iniziativa che mira a promuovere l'equilibrio di genere in ambito lavorativo attraverso la scoperta, il trasferimento e l'adozione di modelli e pratiche innovative.
Un tema centrale del progetto è la riduzione del divario retributivo di genere, un fenomeno ancora tristemente presente in molte realtà aziendali. Ma per affrontare questa disparità, non è sufficiente concentrarsi solo sugli stipendi: bisogna agire anche sulla cultura aziendale e sul modo in cui ci rapportiamo agli altri, partendo proprio dal linguaggio che utilizziamo.
Le parole che scegliamo di usare possono, infatti, rafforzare o abbattere stereotipi e pregiudizi.
Adottare un linguaggio inclusivo significa rispettare quelle che comunemente vengono definite “differenze”, ma anche costruire un ambiente di lavoro (e non) in cui tutte le persone si sentono rappresentate, valorizzate e accolte.
site By site ha mosso più di un passo nella direzione della sostenibilità e della sua comunicazione, ne abbiamo parlato in modo approfondito in un articolo dove spieghiamo l’importanza del report di sostenibilità per le aziende.
Anche l’inclusività e le iniziative a supporto fanno parte dell'impronta di sostenibilità delle imprese secondo i criteri ESG (Environmental - ambiente, Social - società e Governance). La partecipazione a questo laboratorio è un nuovo step nel cammino che ci porterà a candidarci per ottenere diverse certificazioni in materia, come la UNI/PdR 125:2022, per le misure per garantire la parità di genere.
Ma questo, appunto, è solo il primo step: continua a seguirci per scoprire il nostro percorso e magari iniziare quello della tua azienda!
Dato che non esiste una vera e propria definizione di linguaggio inclusivo, quella che segue è una sintesi e rielaborazione basata su fonti varie, da riferimenti accademici a guide stilistiche.
Il linguaggio inclusivo è una forma di comunicazione che si impegna a evitare stereotipi, discriminazioni o esclusioni legate a caratteristiche personali come il genere, l'etnia, l'orientamento sessuale, l'età, la disabilità o la classe sociale.
L'obiettivo del linguaggio inclusivo è promuovere l'uguaglianza e il rispetto per tutte le persone, scegliendo parole, espressioni e formule linguistiche che siano neutre o inclusive, evitando l'uso di termini che possano rafforzare pregiudizi o creare marginalizzazione.
In pratica, il linguaggio inclusivo serve per rappresentare tutte le identità e sensibilità in modo equo, senza presupporre o rafforzare stereotipi, e promuove una comunicazione più aperta e rispettosa.
Ma è davvero corretto parlare di “linguaggio inclusivo” o forse ci sono, anche in questo caso, termini più adatti?
Vera Gheno, sociolinguista, nella puntata “Dal linguaggio inclusivo al linguaggio ampio” del postcast “Amare Parole” in collaborazione con Il Post, spiega perché condivide l’idea di Ethan Bonali (blogger, saggista, attivista per il diritto all'autodeterminazione delle persone gender variant e per i diritti nel sexwork) nell’usare il termine “linguaggio ampio”.
“Sta a significare una riflessione in costante allargamento, un universo linguistico in espansione [...] Le riflessioni sul linguaggio ampio dovrebbero essere viste come uno stimolo ad ampliare i propri orizzonti linguistici, con la consapevolezza che questi possono contribuire ad ampliare anche gli orizzonti mentali, sociali, esistenziali.”
Lingua estesa (Manuela Manera), linguaggio plurale (Elisa Manici e Benedetta Pintus) e molte altre parole vengono e verranno usate per aiutarci a comunicare in modo rispettoso, gentile e consapevole (Elena Panciera).
Durante la formazione, è emerso come l'uso inconsapevole di alcune espressioni o termini possa contribuire a mantenere vive disparità di genere.
Anche tu, che stai leggendo, potrai facilmente trovare un esempio di stereotipo nella tua comunicazione quotidiana.
Immagina una persona che guida un’equipe medica.
Immagina una persona che dirige un’azienda.
Immagina una persona che sta piangendo nel suo ufficio.
Immagina una persona che va a prendere i figli a scuola.
Immagina una persona che si batte per i diritti delle donne.
Su questo pregiudizio di genere (gender bias), CBP London ha realizzato una campagna per sottolineare quanto gli stereotipi influenzino il nostro modo di percepire, e quindi anche di costruire, il mondo ogni giorno.
Per fare un altro esempio, l'utilizzo di pronomi e termini strettamente legati al genere (come "uomo d'affari" o "segretaria") può inconsciamente rafforzare idee stereotipate su chi debba svolgere determinati ruoli all'interno dell'organizzazione.
Nell’esempio riportato sopra, per caso hai pensato a una persona normodotata? Giovane o anziana? A che etnia apparteneva?
Come abbiamo visto nella definizione di linguaggio inclusivo non si tratta solo di declinare parole al maschile o al femminile, ma di allargare gli orizzonti per superare anche gli altri stereotipi.
Andiamo oltre al concetto di usare le parole giuste, ma adoperiamoci per adottare una mentalità sensibile, gentile e accogliente.
Inoltre, non servirebbe neppure sottolinearlo, ma usare un linguaggio inclusivo ha impatti tangibili anche nei contesti lavorativi, sia sull'efficacia del lavoro di squadra che sulla percezione dell'organizzazione verso l’esterno.
Attenzione però: il linguaggio inclusivo è più efficace ed apprezzato quando non è estremizzato, quando non viene neanche notato da chi legge.
Adottare un linguaggio inclusivo non richiede cambiamenti drastici, ma piccoli passi consapevoli.
Ci fa piacere condividere con te alcune piccole accortezze, che puoi adottare fin da subito nella tua strategia di comunicazione, ma anche negli scambi quotidiani con i colleghi.
Nel tuo sito (o in quello dell'organizzazione per cui lavori):
Nella tua comunicazione sui social
Di ascoltare il podcast Amare Parole di Vera Gheno e Il Post
Di leggere Scrivi e lascia vivere – Manuale pratico di scrittura inclusiva e accessibile (Valentina Di Michele, Andrea Fiacchi e Alice Orrù Ed. Flacowski)
Di leggere o ascoltare (letto direttamente dall’autrice) Stai Zitta di Michela Murgia
Di contattare site By site se ti serve aiuto per trovare la tua voce per comunicare in modo inclusivo!
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