“Buongiorno,
abbiamo riscontrato delle attività anomale sul suo account. La preghiamo di verificare accedendo con le sue credenziali al seguente link”.
Ti è mai capitato di ricevere una mail di questo tipo, ad esempio dalla tua banca? Speriamo che in tal caso tu non abbia cliccato su quel link perché si trattava certamente di una truffa!
Questo è solo uno degli stratagemmi che i cyber criminali utilizzano per adescare le persone: simulano un messaggio proveniente dall'indirizzo di un’istituzione o di un brand e inseriscono un link che ti fa atterrare su una pagina di login simile a quella che conosci. L’obiettivo è indurti a inserire le tue credenziali, per poi rubartele e avere accesso ai dati del tuo conto, ad esempio.
Viviamo la nostra vita in due mondi: quello digitale e quello reale, che sono interconnessi. Il web è uno “spazio” dove possiamo compiere azioni virtuali che hanno conseguenze tangibili. Un esempio? “Entriamo” in uno store online e acquistiamo un paio di scarpe che ci vengono recapitate tramite corriere nell’altro mondo, quello reale.
Grazie al web possiamo tenerci in contatto con altre persone, scoprire novità interessanti, informarci sull’attualità, gestire le incombenze burocratiche come bollette, pagamenti di multe e altro. E possiamo anche correre dei rischi e subire delle situazioni spiacevoli.
In questo articolo ti raccontiamo alcuni dei pericoli che nasconde il digitale, parleremo di deep e dark web e ti daremo qualche consiglio su come tutelare la tua identità su Internet. Vediamo insieme per cominciare quali sono i crimini più comuni nel nostro Paese.
Le frodi di varia natura sul web, ai danni di privati cittadini e imprese sono in aumento nel nostro Paese: a confermarlo sono i dati diffusi dalla Polizia Postale, dal Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) e dall’Istat. Nel 2015 sono state denunciate 145.010 truffe informatiche e il numero è salito oltre le 200.000 nel 2019 (Fonte: Istat).
Vediamo quali sono i sistemi più utilizzati:
Un avvenimento purtroppo dolorosamente “reale” come la pandemia, ha impattato moltissimo anche sull’utilizzo del digitale. Da un lato, ci ha permesso di mantenerci connessi con gli altri, ad esempio attraverso i social, come abbiamo raccontato in quest’altro articolo; dall’altro ha moltiplicato le occasioni di incorrere in qualche tranello informatico.
La pandemia di Covid-19 ha favorito il proliferare delle attività illegali nel web: moltissime persone hanno cominciato a lavorare da casa, così come numerosi studenti hanno frequentato le lezioni in modalità DAD (Didattica A Distanza), servendosi di connessioni meno protette di quelle aziendali e scolastiche.
Gli hacker hanno moltiplicato i furti di identità digitale e frodi di varia natura, facendo salire la percentuale di rischio giornaliera nel subire un attacco del +23,3% (Fonte: Assiteca).
Anche l’ambito delle imprese non è stato risparmiato, anzi. Così come alcune aziende tessili italiane hanno convertito la loro produzione di abiti in mascherine per aiutare la popolazione, così anche alcuni criminali hanno messo in vendita sul dark web dispositivi sanitari e falsi certificati di tamponi con esito negativo, per lucrare sulla paura e sulla confusione di cittadini e cittadine, come racconta tra gli altri Il Manifesto. Abbiamo nominato il dark web, sai di cosa si tratta? Forse avrai sentito parlare anche di deep web: scopriamo insieme la differenza.
Non bisogna confonderli, perché si tratta di due “territori” digitali diversi, con modalità di accesso differenti, vediamoli insieme.
Deep web
Contiene tutti quei contenuti (testi, immagini, video) che non sono indicizzati sui principali motori di ricerca. Cosa significa? Che non li troverai cercando su Google, ad esempio, ma che occorre un link specifico per accedervi. Nel deep web si trovano aree riservate alle quali servono credenziali per accedere (come il forum di un’Università), account email, resoconti di transazioni bancarie, messaggi delle chat e nuovi siti.
Dark web
Anche nel dark web si trovano i contenuti non indicizzati, che rientrano sotto domini diversi rispetto ai soliti .it e .com, ad esempio. La differenza tra deep web e dark web è che per poter navigare il secondo occorre scaricare un software con un browser specifico. La Nasa ha calcolato che nel dark web sono ospitati decine di migliaia di URL.
Chi frequenta il dark web lo fa in modalità anonima e non è rintracciabile. Questo, infatti, è il “luogo” d’incontro anche per attivisti e dissidenti politici, oltre che per criminali.
È qui, nel dark web, complice l’anonimato e la difficoltà di rintracciare le cronologie di navigazione, che è proliferato nel tempo un mercato nero di merci illegali, quali armi, droghe e materiali fuorilegge, come ad esempio contenuti di natura pedopornografica.
Sempre il Ministero dell’Interno dichiara che la Polizia Postale nell’arco del 2020 ha condotto diverse indagini, in Italia e all’estero, registrando un +132% di casi, +93% di indagati, +86% di arresti e +48% di perquisizioni per un +69% di materiale sequestrato. Nel primo semestre del 2020 usura e contrabbando di stupefacenti sono stati i crimini più diffusi, rispettivamente con un aumento di +9,8% e +6,7%.
Tra i vari crimini perpetrati troviamo anche quello che dall’FBI è stato definito “virtual kidnapping” (Fonte: news FBI) e che in italiano possiamo tradurre con “sequestro virtuale”: in questo caso i malintenzionati chiedono un riscatto simulando il rapimento di una persona.
La consapevolezza e l’attenzione per i dettagli fanno la differenza: occorre prestare massima attenzione, ad esempio, prima di cliccare un link contenuto in un’e-mail e verificare l’indirizzo del mittente. Bisogna conservare le proprie password in modo sicuro e non utilizzare mai la stessa per portali differenti.
Sui siti ufficiali del Ministero dell’Interno e della Polizia Postale trovi alcuni consigli utili su come difenderti dal cyberbullismo, dallo stalking digitale e dalle frodi degli acquisti online.
Navighiamo il web a vista… con occhi bene aperti e teniamoci informati!
A questo proposito, di cyber criminalità e di virtual kidnapping si parla anche nel nuovo libro Sequestro virtuale di Riccardo De Palo, che fa parte della nostra collana Digital Investigation. Questa linea editoriale ha l'obiettivo di diffondere cultura intorno al mondo del digital: come funziona, quali possibilità offre e quali pericoli nasconde.
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